"Dimmi perché queste cose sono così belle": una biografia un po' saggia su un amore proibito

Recensione drammatica di Lyne Charlebois, con Alexandre Goyette, Mylène Mackay (Quebec, 1h39). Nelle sale dal 20 agosto ★★☆☆☆
Mylène Mackay in "Dimmi perché queste cose sono così belle", di Lyne Charlebois. MARLÈNE GÉLINEAU PAYETTE/DESTINY FILMS
Per andare oltre
Negli anni '30, un prete botanico e la sua bella studentessa stringono un'amicizia amorosa (e platonica) vissuta attraverso numerosi scambi epistolari esplicitamente erotici. A questa storia vera, il regista aggiunge una trama contemporanea: due attori, a loro volta coinvolti in una relazione, hanno il compito di incarnare sullo schermo i protagonisti di questo amore proibito e di far sentire la loro voce. Grazie a questa astuta idea, Lyne Charlebois sventa (ma solo in parte) la trappola del biopic d'epoca piuttosto insipido e mette in luce l'eterno interrogativo (e rinnovamento) delle relazioni tra donne e uomini.
Le Nouvel Observateur